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18 febbraio
La Svezia è severa ma fa scuola
Testo: Vittorio Caneva

 
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Sotto una fitta nevicata si conclude una delle edizioni più belle dell'era moderna del Rally di Svezia, condizioni di vero inverno in quella gara che ormai ci aveva abituato a lunghe piste ghiacciate dentro immense foreste con innaturali bonacce che misero perfino in dubbio l'effettuazione della gara stessa.

Quest'anno tutto normale, ma la sua normalità ha messo in crisi piloti e regolamenti. Si proprio il regolamento dell'ordine di partenza è stato quello più discusso e che ha fatto della gara una incredibile roulette russa, dove chi partiva tra i primi oltre a non vedere niente si trovava a lottare con una buona mole di neve fresca in mezzo alla strada. Molto difficile, anzi impossibile realizzare tempi decenti, così che i primi a passare pur mettendocela tutta sono finiti indietro con distacchi inusuali per le loro capacità agonistiche.

Abbiamo assistito ancora ad una diretta streaming che ci ha fatto capire che chi disse che i rally non sono televisivi, forse non aveva ancora immaginato cosa il progresso potesse fare e onestamente sono rimasto incollato per molto tempo sul sedile dietro dei migliori piloti in assoluto nelle strade più difficili del WRC.

Credo sia impossibile fare di meglio ai giorni nostri e mi auguro che questo continui a svilupparsi per portare ossigeno al nostro sport sempre in bilico tra il successo e la recessione.
 
© RaceEmotion
 
Correre su quel fondo e in quelle condizioni meteo è davvero molto impegnativo, le strade si segnano con delle rotaie infide e appena esci trovi neve smossa che ti fa perdere molta aderenza e velocità, chi ha guidato sporco si sarà anche divertito ma non è stato premiato dal cronometro e poi dare una musata è davvero un attimo, molti ne hanno fatto le spese perdendo chi più e chi meno, ma quello che mi ha impressionato è stato il folle sorpasso ai danni di Meeke fatto da Tanak, come buttare una gara in due mosse, uno: non saper attendere un attimo due: voler passare anche dove passare è impossibile.

Per ultimo mi ha lasciato un po' perplesso la decisione di Ogier di pagare molti minuti prima della Power Stage per poi fare un gran tempo, non so se la FIA digerirà bene questa strategia che alla fine ha portato via dei punti agli altri con una mossa alla Cesare Fiorio degli anni '70/'80, ma mentre in quegli anni tutto era permesso adesso la Federazione è molto più attenta a questa cose e non mi stupirei se fosse preso qualche provvedimento che alla fine il francese non si merita davvero, dopo aver fatto da spazzaneve per tutta la gara.

In Svezia c'erano molti italiani, alcuni ci sono andati per fare esperienza alcuni per fare una gara che è bellissima, non c'è da stupirsi se i distacchi accumulati di prova in prova sembrano abissali, ma la prima volta è davvero traumatico correre in quelle condizioni, voglio dire a tutti bravi anzi bravissimi, per primo per aver capito che questa è un'occasione davvero unica per imparare qualcosa, per secondo per aver avuto l'umiltà di abbassare la testa e restare dietro a piloti che di sicuro non hanno la classe loro, fatto sta che se avranno la fortuna di continuare nell'avventura mondiale statene certi che andranno sempre meglio.

La Svezia è severa, è una gara per specialisti, dove nemmeno Munari, Biasion e Liatti hanno mai raccolto quello che poi hanno raccolto in altre gare, la Svezia è stata vinta da solo 3 piloti non scandinavi, ma non sicuramente alla loro prima partecipazione. Gigi Galli, che era uno che di Svezia se ne intendeva, prima di vincere qualche speciale ci mise diverse edizioni e lo ripeteva sempre che per arrivare a ciò bisognava conoscerla bene. In Svezia si imparano molte cose che in nessun'altra gara si possono imparare e avere l'umiltà di andarle ad imparare deve essere guardata con ammirazione da tutti quelli che in Svezia non ci sono mai andati e magari spendono budget enormi per stare qui avanti e indietro per le nostre stra-conosciute prove speciali.
 
© RaceEmotion
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