NEWS
ALTRO / 18 gennaio
Due chiacchiere con… Gregory Matusali
Testo: Simone Vazzano

© Rally Emotion – E' vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale. / All rights reserved.
 
©RaceEmotion
 
È senza dubbio uno degli eventi più attesi della stagione per gli amanti della terra, una gara che in pochi anni è entrata nel cuore di tanti appassionati e che ha fatto breccia non solo nei cuori dei terraioli più puristi, ma anche tra coloro che prediligono il catrame. Nata come Ronde si è ritagliata un importante spazio tra i principali rally nazionali, arrivando, nel 2020, ad essere valevole per ben 4 serie differenti, tra le quali il Campionato Italiano Rally Terra ed il Tour European Rally. Ovviamente il soggetto è il Rally Città di Arezzo, Crete Senesi e Valtiberina, o più semplicemente il "Valtiberina".

Evento organizzato dalla Valtiberina Motorsport, un gruppo di appassionati della specialità e in particolar modo della terra, guidato dal vulcanico Gregory Matusali, protagonista questa settimana di "Due chiacchiere con...".

Ciao Gregory, ci racconti un po' la tua storia sportiva? Quali sono stati i tuoi inizi in questo mondo e quale idea c'è alla base del "Valtiberina"?

Diciamo che alla base della mia grande passione c'è il Sanremo degli anni '80 visto da bambino con mio padre. Ho vari ricordi delle Gruppo B, ma la folgorazione vera e propria c'è stata quando ho visto, sull'Alpe di Poti e sulla Cerbaiolo, che sono le mie due PS di "di casa", Biasion, la Delta e tutti gli altri. Da quel giorno non sono più tornato indietro. (ride, ndr) A questo aggiungi che mio papà e i miei zii avevano un'officina meccanica, quindi posso dire di esserci nato e cresciuto nell'ambiente delle automobili, è stato tutto piuttosto naturale per me. Da Under 18 ho cominciato a fare l'ufficiale di gara, a 22/23 anni sono diventato presidente del mio gruppo di ufficiali di gara Valtiberina Motorsport, che poi è diventato organizzatore. Successivamente ho preso la licenza da conduttore e ho sempre corso seppur saltuariamente, a causa dei tanti impegni. Quando posso però mi rifugio in macchina e cerco di correre.

Da organizzatore e appassionato della specialità c'è una gara a cui ti sei ispirato per organizzare la tua?

Diciamo che cerco sempre di osservare tanto quello che fanno gli altri per cercare sempre nuovi spunti. È però quasi ovvio che per noi della provincia di Arezzo, il riferimento è sempre stato il Sanremo terra-asfalto. Siamo praticamente cresciuti a "Pane e Mondiale" e quindi l'ispirazione non può che essere quella gara.

Quanto è importante per voi far parte di Raceday, la serie sterrata ideata dal vulcanico Alberto Pirelli?

Raceday è importante perché ci ha fatto conoscere alla grande platea. La fiducia di Alberto Pirelli è stata importante e la serie è stata senza dubbio fondamentale per riuscire a raggiungere certi obiettivi. Fin dalle prime edizioni, quando ancora eravamo Ronde, nelle nostre strade hanno corso piloti importanti. Per esempio Paolo Andreucci ha usato le prime edizioni come gare test; ha partecipato già nel 2007 per poi tornare l'anno dopo, conquistando il successo. Ma i personaggi sono stati tanti: da Paddon ad altri equipaggi provenienti dal CIR o dell'Europeo. Diciamo che anche per la sua posizione in calendario è sempre stata una gara test importante.

Oltre ad Alberto, ci tengo a ricordare Piero Comanducci e Pucci Grossi. Senza i loro consigli e lo sprone dato a tutti noi, di sicuro non saremmo arrivati dove siamo.

Senza nulla togliere alla bellezza indiscussa della Sardegna - intesa sia come gara che come territorio - è innegabile che migliaia di appassionati, italiani e non solo, sognano il ritorno del Mondiale in centro Italia. Secondo te sarebbe realistico pensare ad una sinergia tra tutti gli organizzatori che in questi anni sono riusciti a riproporre gare sterrate in Toscana, da una parte, e l'ACI dall'altra, per mettere in pratica un'idea del genere?

Dico solo che la vecchia frase che gira nell'ambiente secondo la quale sarebbe impossibile organizzare un Mondiale in Toscana non è assolutamente vera!

Nel mio PC, salvato in due hard disk diversi per non perderlo, io il Mondiale ce l'ho: con i chilometri, le prove speciali e con gli enti di tre province che ti darebbero subito le "chiavi" per farlo. Serve solo la volontà! Noi, intesi come Valtiberina Motorsport, ne abbiamo tanta. Siamo un gruppo di amici con tanta voglia di fare, io sono la "voce" da 15 anni, ma siamo un gruppo compatto in cui tutti siamo fondamentali. Ognuno di noi infatti dà il suo contributo e nessuno è più importante di nessun altro. Io coordino, ma senza di loro non vado da nessuna parte. Se qualcuno volesse mettere mano a questo "progetto mondiale" noi ci siamo, non credo però che valga lo stesso per altri. Noi siamo spinti dalla passione e potremmo provare a lavorarci. Ormai i comuni e i vari enti ci conoscono, sanno come lavoriamo e soprattutto sanno che facciamo tutto esclusivamente per passione e non per business. Se hai un buon approccio con il territorio e se quest'ultimo trae beneficio dal tuo evento allora trovi gente disposta a parlarne, ma se vuoi fare solo business, senza lasciar nulla al territorio che ti ospita, guardando solo ai ricavi e alle tue tasche, allora non riuscirai mai a fare niente. Nel 2020 noi il Valtiberina ad agosto ad Asciano l'abbiamo fatto. È vero, è stato un anno particolare, ma i turisti c'erano e ciononostante la gara l'abbiamo fatta.

Per la gara CIRT state pensando di utilizzare la mitica prova di Chiusdino?

Non posso né confermare né smentire. Però ti dico che quando usciranno cartina e tabella tempi qualcuno si potrà mettere a piangere in senso positivo. Ci sono tanti asfaltisti in giro per l'Italia che mi piacerebbe che prendessero in considerazione di prendere parte al Valtiberina, perché magari potrebbero mangiarsi le mani dopo per non averlo fatto. Quella di agosto sarà veramente una gara d'altri tempi.

Ricevete un supporto - economico e/o materiale - dagli enti locali relativamente al ripristino delle strade, o è tutto a carico vostro?

Le strade costano, per cui, comunque sia, noi negli anni abbiamo investito tantissima parte del budget nel rifacimento delle strade. Il concetto comunque è quello di prima, se nel tempo i comuni vedono come lavori e il ritorno che porti, si riescono a trovare delle modalità per cui magari i soldi che ti escono da una porta per il ripristino strade, ti rientrano da un'altra in altro modo. In ogni caso, le strade "a gratis" non te le dà nessuno e se te le danno lo fanno perché si aspettano un ritorno importante sul territorio. Di sicuro, come è risaputo, il budget che serve per fare una gara su terra è molto più alto rispetto a quello che ci vuole per una gara equivalente su asfalto.

Quanto sono cambiate le gare da te organizzate e quali sono stati i cambiamenti principali a cui hai assistito o che, a causa dell'evoluzione della specialità, sei stato costretto a fare?

Negli anni in cui eravamo Ronde ci siamo accorti poco dei cambiamenti perché quello era un format pre-definito. Per quanto riguarda i rally ti dico che ACI Sport fa bene a creare dei format perché bisogna disegnare le gare in un certo modo per tenere soprattutto le manifestazioni titolate con un livello organizzativo importante. Però, secondo me, si potrebbe fare in modo di permettere agli organizzatori che ne hanno le capacità e le possibilità economiche di uscire un po' da questi format, in modo da dargli la possibilità di fare quel qualcosa in più che può solo fare del bene alla specialità. Se, per fare un esempio, un organizzatore è disposto a spendere qualcosa in più per far ancora più contenti i piloti, bisogna dargli la possibilità di farlo.

Credi che le spese extra che avete dovuto sostenere per l'edizione 2020 della gara possano essere sostenibili nel medio/lungo periodo o pensi che, in caso di prolungata emergenza sarà necessario rivedere il protocollo per aiutare le gare a sopravvivere?

Il protocollo ACI Sport/CONI è giusto ed è fatto bene. Il problema deriva da quello che ti impongono alcune Prefetture. Le spese per poter mantenere questo livello sono troppe. Se l'emergenza Covid non finisce nel più breve tempo possibile la vedo dura soprattutto per alcune zone. Il giorno di gara in meno cambia poco in termini di spesa totale.

Obiettivi a medio termine? Dove vuole arrivare Matusali col suo Valtiberina?

L'obiettivo è quello di riuscire ad organizzare una gara che a livello italiano ed europeo sia un punto di riferimento su sterrato, pur rimanendo ancorati alle tradizioni e continuando a mantenere i vari: Raceday, TER e CIRT.

Un ricordo particolare, un'immagine, che non dimenticherai mai, ripensando alla tua gara.

I ricordi belli sono tantissimi e quindi è difficile sceglierne uno. Però, se proprio devo, ti dico che la cosa più speciale di questi 15 anni è l'aver avuto Gigi Galli nel 2009 alla guida della "0". Eravamo la Finale del Raceday e Gigi tornava dall'incidente in Germania dopo il quale non aveva quasi più guidato. Io che sono da sempre un "Gallista" sfegatato ho il ricordo indelebile di quell'evento, soprattutto di quando ho visto per la prima volta la Toyota Corolla WRC con la scritta "Galli" in piazza ad Anghiari. Quella è stata senza dubbio la realizzazione di un sogno.
PROMOTION