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CIR / 26 novembre
La Federazione apre un'inchiesta sui fatti del 10° Tuscan Rewind
Testo: Luca Piana

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La comunicazione ufficiale è arrivata a motori spenti, con i quattro protagonisti della serie tricolore che - con la stessa velocità esibita lungo le prove speciali - hanno trasferito le emozioni vissute durante la gara in reazioni contrastanti. E se da un lato Giandomenico Basso, con Lorenzo Granai, brinda per il terzo titolo nazionale conquistato al termine di una stagione tanto complicata (per il passaggio dello scorso luglio da DP Autosport a Metior Sport, sempre con "indosso" i colori di Loran) quanto ricca di soddisfazioni, dall'altro i principali rivali del veneto si sono fatti sentire per alcuni episodi risultati poi decisivi per la classifica finale dell'ultimo appuntamento di un campionato incerto fino all'ultimo metro. A tal proposito anche la Federazione ha deciso di fare luce sulle forature che hanno rallentato la corsa di Luca Rossetti (fra i primi a segnalare l'accaduto con la dichiarazione pubblica sul palco d'arrivo) e Simone Campedelli, mentre nella notte fra venerdì e sabato ignoti hanno troncato i tubi dei freni posteriori sulla vettura di Giacomo Guglielmini.


"La Direzione Centrale per lo Sport in ACI in accordo con la Presidenza di ACI, Federazione Nazionale dell'Automobilismo Sportivo - si legge nella nota diffusa dalla sede romana di via Solferino -, in relazione ai fatti accaduti durante il 10° Tuscan Rewind, ultima prova del Campionato Italiano Rally, ha deciso di interessare la Procura Sportiva per l'apertura di una inchiesta".


Ad attendere risposte sono soprattutto i rappresentanti del team Orange 1 Racing, con il patron Armando Donazzan che ha annunciato sui social l'addio alla serie tricolore "e alle gare organizzate sul suolo nazionale", e di Citroen Racing, al rientro quest'anno nel CIR con la C3 R5. «Terminare in questo modo le ultime due gare (anche al Due Valli di Verona lo staff del Double Chevron ha lamentato lo stesso motivo) dal Campionato Italiano Rally, lascia sicuramente molto amaro in bocca - afferma Carlo Leoni, Direttore Comunicazione Groupe PSA Italia -. Questo tipo di situazioni, oltre a non essere il degno finale del Tricolore, impattano pesantemente sulla sicurezza del nostro equipaggio e - in generale - di tutti i piloti».
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